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"Parole per la Libertà”: presentata a Palazzo di Città la seconda edizione del Festival di Letteratura civile organizzato da ERF ediizoni

Cultura e Turismo Comunicati stampa

"Parole per la Libertà”: presentata a Palazzo di Città la seconda edizione del Festival di Letteratura civile organizzato da ERF ediizoni

È stata presentata questa mattina, a Palazzo di Città, la seconda edizione del “Festival di Letteratura Civile - Parole per la Libertà”, organizzato dalla cooperativa ERF Edizioni, che quest’anno avrà come tema “Transizione ecologica, transizione delle culture: verso un nuovo Umanesimo dei Popoli”.

I dettagli della manifestazione sono stati illustrati da Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari, Ludovico Abbaticchio, garante regionale pugliese dei Diritti del minore, Antonio Giampietro, garante regionale pugliese dei Diritti delle persone con disabilità, e da Vito Antonio Loprieno, presidente di ERF.

Il Festival, per sua natura itinerante fra i Comuni di Puglia e Basilicata, persegue le finalità della società cooperativa ERF, che pubblica libri a carattere sociale, culturale e civile e che, attraverso questa iniziativa, in programma da marzo a novembre, intende coinvolgere le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado per attivare percorsi specifici di promozione della lettura, nonché rilanciare anche tra gli adulti un’idea di partecipazione civile e democratica.

Nelle precedenti edizioni (numero zero 2023 e prima edizione 2024) sono stati raggiunti 25 Comuni, 50 Scuole, 6mila studenti e tantissimi cittadini.

“Per il secondo anno consecutivo il festival partirà da Bari - ha esordito Vito Antonio Loprieno -. Peraltro quest’anno i Comuni che hanno voglia di condividere con noi questo percorso, da costruire insieme, sono quasi raddoppiati rispetto alle scorse edizioni. E in tanti continuano a chiederci informazioni su questa manifestazione che intende promuovere la lettura attraverso la discussione di temi civili e sociali. Il nostro obiettivo principale è ragionare, anche attraverso l’avvio di laboratori pomeridiani, con alunni e studenti delle scuole su questioni che spaziano dalla nostra Costituzione alla difesa dell’ambiente, passando per il contrasto al bullismo e alla violenza di genere: crediamo, infatti, sia necessario perché la nostra società, sempre più fragile, non offre tutele né alcun tipo di garanzia ai nostri ragazzi. Nel corso di due eventi tratteremo ovviamente anche il tema della pace: il 9 maggio terremo un convegno qui in aula consiliare, cui parteciperanno anche il rettore Stefano Bronzini e quello dell’università della pace per l’Onu, Francisco Rojas Aravena, e a novembre, nella Bat, con una giornata di studi sul dialogo interreligioso partendo dagli insegnamenti di don Tonino Bello.

Quindi partiremo fra qualche giorno per terminare nel mese di novembre: sceglieremo insieme alle scuole le tematiche da affrontare nei singoli istituti, basandoci sulle esigenze del territorio in modo che tutti si sentano protagonisti di questo processo. La nostra idea è quella di creare tanti piccoli festival itineranti, con la restituzione delle riflessioni mattutine ai cittadini interessati durante una sessione pomeridiana”.

“Ringrazio gli organizzatori di Parole per la libertà - ha proseguito Paola Romano -, un festival di cui sentivamo il bisogno perché mai come in questo tempo funestato dalla guerra e scandito dal dibattito sul ruolo crescente dell’intelligenza artificiale, anche nel settore bellico, è fondamentale fermarsi a riflettere sui temi più “caldi” costruendo reti con il mondo della formazione, dell’educazione e della cultura.

Questo festival itinerante ci consentirà di animare un confronto e di non sentirci inutili in un momento storico e politico in cui il rischio è proprio quello di sentirsi impotenti e vinti dall’angoscia. Al contrario, facendo tesoro di esperienze come quelle di don Tonino Bello o Nicola Occhiofino, per restare al nostro territorio, vogliamo impegnarci affinché torni a sentirsi la voce delle piccole comunità e dei comitati di cittadini che vogliono essere protagonisti della costruzione della pace in ogni tempo e in ogni luogo.

In questo percorso una data da segnare è quella del 9 maggio quando, insieme a rappresentati dell’Università di Bari e dell’Università della pace, ai Comuni che partecipano al festival e ai rappresentanti delle scuole pugliesi coinvolte, rifletteremo sul ruolo che la filiera della formazione è chiamato a svolgere perché la nostra possa diventare a tutti gli effetti una comunità educante consapevole e attenta ai bisogni dei nostri ragazzi e ragazze.

Il nostro augurio è che questo festival possa continuare a crescere, aumentando il coinvolgimento e la partecipazione”.

“Abbiamo sposato da subito l’idea di sostenere un festival di letteratura civile che affronta temi di grande attualità attraverso un percorso culturale capillare sul territorio regionale con una particolare attenzione a inostri ragazzi e alle nostre ragazze - ha sottolineato Ludovico Abbaticchio -. Troppo si parla del malessere dei giovani e troppo poco del loro benessere. Penso che questo festival, al contrario, possa aiutare la parte pubblica a capovolgere l’approccio al mondo dei più giovani mettendo in campo azioni costruttive.

Il disagio giovanile si contrasta attivando percorsi di ascolto e di coinvolgimento: più conosciamo i nostri ragazzi, più ci parliamo, più li aiutiamo a maturare una nuova consapevolezza dei loro desideri e delle loro paure, e così facendo li orientiamo a cercare ciò che davvero può farli star bene.

In questo percorso ci affiancheranno medici e psicologi che raccoglieranno testimonianze e dati da mettere a disposizione delle istituzioni coinvolte per intraprendere azioni istituzionali ed eventualmente legislative che possano rispondere ai bisogni emersi”.

“Siamo contenti di sostenere e accompagnare questo festival - ha concluso Antonio Giampietro - sia per la necessità di ribadire alcuni temi, come ha giustamente sottolineato l’assessora Romano, sia perché si veicolano messaggi positivi incidendo sulla fascia di popolazione che rappresenta il nostro stesso futuro: i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole.

Ed è attraverso l’alleanza con le scuole che contiamo di amplificare la ricaduta di un festival che, portando all’attenzione dei più giovani temi di stingente attualità, può contribuire a renderli protagonisti di una nuova narrazione e un nuovo approccio.

Un altro elemento di valore sta nel fatto che il festival raggiunge anche Comuni molto piccoli e scuole di periferia per costruire un percorso condiviso in cui ‘l’altro’, chi vive in condizioni diverse dalle nostre, non deve essere tenuto a distanza o temuto ma accolto con le sue differenze e le sue specificità, secondo un’idea di pace che va costruita a partire dalle relazioni di ogni giorno”.