Ipogeo e ruderi Torre Don Ciccio
UBICAZIONE | Lat. N: 41.0813277; Long. E: 16.8594333 |
MAPPA | https://maps.app.goo.gl/kbyLvxVpT7DwAeFN7 |
CONDIZIONE GIURIDICA | / |
PROVVEDIMENTI DI TUTELA | L. 1089/1939 artt. 1, 2, 31 |
INTERESSE CULTURALE | Bene architettonico di interesse culturale dichiarato |
DATAZIONE | / |
CATALOGO GENERALE BENI CULTURALI | / |
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI E DOCUMENTALI | catasto.fspuglia.it → vincoliinrete.beniculturali.it → |
Inquadramento generale
Lungo le sponde di Lama Picone la presenza della chiesa di Santa Candida e dell’insediamento della “Caravella” testimoniano, insieme ad altri luoghi, il concentrarsi lungo il percorso dell’antico torrente di villaggi rupestri riuniti, in qualche caso, in più ampi comprensori territoriali che rientravano in quei casali citati nei documenti amministrativi già a partire dall’età medievale.
La presenza di questi insediamenti lungo l’alveo del torrente Picone, oltre alle possibilità offerte dalla topografia dei luoghi, si doveva anche alla presenza di una via di percorrenza che, seguendo il percorso del torrente, proseguiva a Sud, in direzione dell’entroterra murgiano. Questa strada è stata posta in relazione con una delle direttrici minori che in età storica collegavano la costa adriatica, in prossimità di Bari, con la costa ionica, attraversando i territori interni nei quali si sono stratificati nel tempo i centri abitati di Ceglie, Adelfia, Acquaviva, Laterza e Ginosa, per raggiungere il Golfo di Taranto.
Un tratto – pur molto limitato – di questa percorrenza sopravvive, forse, nella Stradella Don Ciccio che ancora oggi borda il margine occidentale della Lama Picone nel tratto che congiunge l’area a Sud dell’ipogeo “La Caravella” con il percorso della Strada Provinciale 183, all’altezza dell’Ex-Mattatoio di Carbonara.
Lungo Stradella Don Ciccio, dunque, circa 700 m a Sud dalla chiesa rupestre di Santa Candida, si conservano i ruderi, con alcuni ambienti rupestri, della “Torre Don Ciccio”. Nei pressi dell’edificio le ricerche hanno confermato la presenza di pochi vani ipogei organizzati attorno a quello che sembra potersi identificare come un criptoportico. Del complesso, attualmente in parte interrato, non si conosce pienamente l’estensione e l’articolazione generale.
Immagini © Davide Falco