Anfora apula a figure rosse
Funzione: Vaso per contenere liquidi.
Datazione: 340-330 a.C.
Attribuzione: Pittore di Perrone
Misure: altezza: cm 91.
Provenienza: Ceglie del Campo
Epoca del rinvenimento: XIX secolo.
Luogo di conservazione: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin (F 3242).
Descrizione
Lato A
Sulla spalla e sul collo, Vittoria (Nìke) in volo fra girali e decorazioni vegetali.
Sul corpo, nel registro superiore: lotta tra Greci e Amazzoni (Amazzonomachia). Nella versione comune del mito, le Amazzoni abitavano le coste meridionali del Mar Nero e ricorrono nelle più antiche leggende del popolo ellenico, tanto da rappresentare uno dei temi privilegiati nelle arti figurative. Tra gli esempi più significativi, in contesto sacro il tema fu impiegato per la decorazione del fregio dorico della peristasi del Partenone (447-440 a.C.), mentre in contesto funerario, alla metà del IV secolo a.C. l’Amazzonomachia fu utilizzata nella decorazione del fregio del Mausoleo di Alicarnasso, così come in altri monumenti funerari minori.
Nel registro inferiore: è raffigurato un segnacolo funerario (sèma), nella forma di una stele bianca alla cui sommità è posto un contenitore con coperchio per unguenti (lekànis). A destra del monumento funerario siede un giovane che reca un fiore e un ramo di melo; la composizione è completata da figure femminili che recano doni (piccole scatole, uva, corone) e una figura maschile alata, interpretata come Eros.
Lato B
Sulla spalla e sul collo: testa (mal conservata) con berretto frigio in una composizione a motivi vegetali. Sul corpo, nel registro superiore: giovane Dioniso, seduto con un piatto rituale per le libagioni (phiàle) nella mano destra e scettro (tirso) appoggiato sulla spalla; nella scena compaiono donne riccamente abbigliate che recano frutti, corone e strumenti musicali. Nel registro inferiore continua la scena figurata descritta sul lato principale.
Decorazione accessoria: sul corpo i registri principali sono separati da una fascia centrale decorata con pesci e creature marine; in basso, il registro inferiore è delimitato da una stretta fascia decorata con motivo a meandro e rettangoli quadripartiti. Il piede è un’aggiunta moderna, eseguita nel corso dei restauri del XIX secolo; nel 2005 il reperto è stato analizzato e restaurato presso l’Antikensammlung di Berlino.
L’anfora è ricondotta alle produzioni vicine alla bottega del Pittore di Dario e, in particolare, a uno dei suoi allievi più importanti, il Pittore di Perrone; il ceramografo prende il nome da un’anfora con il mito di Orfeo della collezione Perrone di Bari (A. Trendall).
Come nell’anfora F 3241, il tema del corteo dionisiaco rappresenta l’augurio per una vita serena e festosa nell’aldilà. Il tema della morte è affrontato in maniera esplicita nella raffigurazione del corteo di personaggi che recano doni sul luogo della deposizione del defunto.
Bibliografia
- Kästner E., Saunders D., Gefährliche Perfektion: antike Grabvasen aus Apulien. Kurzführer durch die Ausstellung, Berlin: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin, 2016, p. 36.
- Trendall A. D., Cambitoglou A., Second supplement to The red-figured vases of Apulia, London 1992, p. 524, n. 235.
- Furtwängler A., Beschreibung der Vasenammlung im Antiquarium I-II, Berlin 1885, p. 899.