Cratere apulo a volute a figure rosse
Funzione: Vaso per contenere e mescolare vino.
Datazione: 375-350 a.C.
Attribuzione: Gruppo del Pittore della pelìke di Mosca.
Misure: altezza: cm 96.
Provenienza: Ceglie del Campo
Epoca del rinvenimento: XIX secolo.
Luogo di conservazione: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin (F 3257).
Descrizione
Il cratere, rinvenuto in frammenti, è stato ricomposto e restaurato quando ancora in possesso del barone von Koller. Diversi studiosi avevano visto la collezione del diplomatico austriaco e, in particolare Eduard Gerhard e Theodor Panofka ne fecero eseguire diversi disegni che rimangono preziose testimonianze dell’aspetto di alcuni reperti, i quali furono, in seguito, oggetto di pesanti restauri. Tra questi, il cratere F 3257.
Lato A
Matrimonio di Eracle ed Ebe. Eracle è in piedi davanti ad un lettino (klìne) sul quale siede la sua giovane sposa, riccamente adornata e vestita di un lungo abito (chitone) con peplo stellato. Sulle teste dei due giovani Eros, in volo. Due giovani donne ammantate, forse le Cariti, personificazioni della grazia e della bellezza, assistono la sposa porgendole un velo e una coroncina. Alla destra della scena Afrodite, assisa, accompagnata da Imero, personificazione del desiderio amoroso. Alla sinistra di Ebe è raffigurato Eracle, con clava; l’eroe non indossa la pelle di leone (leontè) ma è avvolto da un mantello adorno di preziosi ricami. Il semidio si rivolge con la destra verso una figura con scettro; vicino a questa siede un secondo personaggio. Il cattivo stato di conservazione non consente una sicura ricostruzione; tuttavia, le figure sono state interpretate come Zeus ed Era, genitori di Ebe.
Nel registro inferiore, a partire da sinistra, un giovane Apollo e sua sorella Artemide, vestita di lungo chitone privo di maniche, guardano verso il centro della raffigurazione nella quale appare Eunomia (personificazione della legalità e del buon governo) che versa grani su un incensiere (thymiatèrion). La scena prosegue sulla destra con una menade, Eutimia (personificazione della gioia) che introduce Dioniso, raffigurato su un carro tirato da pantere.
Lato B
Nella scena, molto compromessa, sono riconoscibili un pedagogo, un satiro, delle donne e Artemide. Nel registro inferiore, Poseidone, assiso, con il tridente. A causa delle lacune non è possibile identificare con certezza il soggetto raffigurato; in passato si è proposto di leggere il mito di Poseidone e Amimone, una delle figlie di Danao, re dell’Egitto; la fanciulla, insidiata da un satiro, fu salvata da Posidone che da lei poi ebbe un figlio. Il mito, che fornì il soggetto per un dramma satiresco di Eschilo, potrebbe essere ben collegato alla scena di matrimonio presente sulla raffigurazione principale che, raffigurando il matrimonio mitico di Eracle con Ebe, può essere interpretata come l’augurio di una vita felice nell’aldilà.
Bibliografia
Kästner E., Saunders D., Gefährliche Perfektion: antike Grabvasen aus Apulien. Kurzführer durch die Ausstellung, Berlin: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin, 2016, p. 24.
Trendall A. D., Cambitoglou A., The red-figured vases of Apulia, Oxford 1978, p. 169, n. 32.
Furtwängler A., Beschreibung der Vasenammlung im Antiquarium I-II, Berlin 1885, pp. 908-909.
Gerhard O., Apulsche Vasenbilder des königlichen Museums zu Berlin, Berlin 1845, Taf. XV.