Loutrophòros apula a figure rosse
Funzione: Vaso per il culto.
Datazione: 340-320 a.C.
Attribuzione: Pittore di Dario.
Misure: altezza: cm 98.
Provenienza: Ceglie del Campo
Epoca del rinvenimento: XIX secolo.
Luogo di conservazione: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin (F 3264).
Descrizione
Nel mondo greco antico le forme vascolari rispondono a esigenze funzionali. In alcuni casi, le stesse forme sono utilizzate anche per esigenze rituali, in special modo quelle legate al matrimonio e alla morte. Al bagno rituale, nunziale o funerario, è destinata la loutrophòros, un contenitore per l’acqua distinto in una versione destinata alla sfera femminile, simile a un’hydrìa, e in una versione legata al mondo maschile, con corpo e collo allungati e anse elaborate.
Lato A
Nella fascia superiore, immediatamente sotto l’attacco del collo con l’orlo, testa femminile e decorazione vegetale; nella decorazione superstite presente sulla spalla, all’attacco con il collo, Eros fanciullo tra girali vegetali.
Lato B
Nella fascia superiore, decorazione con ramo di alloro e meandro a onda; nella fascia sottostante, testa femminile tra decorazione a motivi vegetali.
Sul corpo, nel registro superiore: corteo dionisiaco. Il tema del corteo dionisiaco (thìasos) corrisponde in gran parte alla raffigurazione su F 3263. Dioniso è semisdraiato su un lettino (klìne), sul quale è distesa la pelle di leopardo (pàrdalis), tiene nella mano sinistra il suo scettro, il tirso, modellato nella forma di un lungo ed esile stelo di pianta; nella destra tiene una coppa (kàntharos) nella quale un giovane satiro versa il vino. La scena, ravvivata da menadi e satiri danzanti, si svolge senza soluzione di continuità lungo tutto il registro superiore.
Nel registro inferiore, raffigurazione di un combattimento tra giovani. La scena è interpretata come una rappresentazione ludica di giovani in abiti militari greci e indigeni. Le corte tuniche, le cinture e gli elmi indossati dai personaggi ricordano l’abbigliamento delle tribù locali e per questo motivo la scelta del tema potrebbe indicare l’intenzione dei committenti che, sulla scorta dei repertori in uso in Grecia e nelle colonie, utilizzavano il tema della guerra per creare la propria identità servendosi dagli schemi di rappresentazione utilizzati dall’élite aristocratica greca.
Il vaso è stato oggetto di restauro nel XIX secolo. Tra il 2008 e il 2014 è stato analizzato e nuovamente restaurato presso il J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
Questo reperto proveniente da Ceglie del Campo, così come F 3263, sembra rientrare nella produzione del Pittore di Dario, notevole artigiano della produzione apula a figure rosse, attivo tra il 340 e il 320 a.C.
Bibliografia
- Kästner E., Saunders D., Gefährliche Perfektion: antike Grabvasen aus Apulien. Kurzführer durch die Ausstellung, Berlin: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin, 2016, pp. 45-47.
- Trendall A. D., Cambitoglou A., Second supplement to The red-figured vases of Apulia, London 1992, p. 500, n. 60; n. 61.
- Furtwängler A., Beschreibung der Vasenammlung im Antiquarium I-II, Berlin 1885, pp. 915-918.