Complesso rupestre La Caravella
UBICAZIONE | Lat. N: 41.087115; Long. E: 17.14842540 |
MAPPA | https://maps.app.goo.gl/3PWUwYPxPfSCbcmn7 |
CONDIZIONE GIURIDICA | Proprietà privata |
PROVVEDIMENTI DI TUTELA | L.1089/1939 Estremi del provvedimento: DM 26/08/1978 |
INTERESSE CULTURALE | Bene architettonico di interesse culturale non verificato |
DATAZIONE | XI secolo |
CATALOGO GENERALE BENI CULTURALI | 1600177485 |
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI E DOCUMENTALI | catasto.fspuglia.it → vincoliinrete.beniculturali.it → catalogo.beniculturali.it → |
Inquadramento generale
Lungo il margine occidentale della Lama Picone, a Sud-Ovest rispetto alla chiesa di Santa Candida e posta quasi a controbilanciare la presenza della prima, si trova il complesso, noto come “Caravella”, per la presenza di un disegno a carboncino che raffigura un’imbarcazione di questo tipo. Nell’insieme, questo versante della Lama Picone si mostra interessante poiché, meglio conservato rispetto al versante opposto, conserva la traccia di terrazzamenti caratterizzati dalla presenza di percorrenze, incisioni e tagli nella roccia funzionali al raccordo di differenti nuclei rupestri, posti a quote differenti, concentrati lungo un tratto del fianco della lama che supera il centinaio di metri. L’intera area all’interno della quale insiste il complesso della “Caravella” conserva, dunque, le tracce di un sistema insediativo rupestre articolato che si strutturava lungo il fianco della lama organizzandosi per nuclei distinti.
Architettura
Nell’insieme, il complesso della “Caravella” sembra articolato su tre di aree distinte, centrate sul nucleo principale costituito dalla chiesa, posta al centro e inquadrata a Sud da una serie di vani giustapposti che costituiscono un grande spazio interpretato come laboratorio, a Nord da una serie di piccoli ambienti intercomunicanti, disposti lungo un asse centrale che ha andamento nord-sud.
La chiesa versa in pessimo stato di conservazione. Già all’epoca degli studi condotti sugli insediamenti rupestri di Bari da Carlo Dell’Aquila e Francesco Carofiglio (1985) la struttura era ingombra di detriti derivanti dal crollo di una buona porzione del soffitto e della parete di fondo che chiudeva a Est l’area della chiesa destinata ai presbiteri. L’edificio è orientato in senso est-ovest, con le absidi affacciate a Oriente, in direzione della lama. Planimetricamente risulta difficile una chiara lettura del complesso che – in base alle ipotesi di restituzione – sembra articolato sulla base di un impianto a tre navate, con la navata centrale maggiore, biabsidata. A causa dello stato di conservazione del complesso è indispensabile avere presente che l’interpretazione planimetrica risulta del tutto parziale e non che è possibile definire correttamente la posizione degli ingressi originari sul lato orientale della chiesa, così come non è possibile presumere con certezza la presenza del raddoppio delle absidi nella navata centrale.
Dai resti della chiesa è possibile interpretare il profilo perimetrale del luogo sacro e pochi tratti del soffitto. Persa la parete orientale, delle quattro absidi originarie rimane visibile solo quella pertinente alla navata meridionale, definita da un arco a sesto ribassato che poggia a Nord su una semicolonna addossata alla parete. Sul lato lungo della navata sono presenti due larghe nicchie, profonde circa 30-40 cm, separate da un semipilastro che sosteneva un’arcata, ora crollata, che definiva le due campate orientate est-ovest di cui si componeva la navata meridionale; una terza nicchia, era ricavata nella parete di fondo della navata. Delle due nicchie sul lato lungo della navata, quella nei pressi dell’abside è stata ampliata di oltre 70 cm in un momento successivo, mentre la seconda, intonacata, conserva un’apertura sul fondo che immette in un lungo e stretto corridoio che procede irregolarmente lungo la navata. Sulla parete ovest della navata settentrionale, anch’essa intonacata, è presente una nicchia del tutto simile a quelle descritte precedentemente.
Della navata centrale non rimane che la parete di fondo, nella quale è stato ricavato un piccolo ambiente di forma pressoché quadrangolare di incerta funzione, completamente ostruito da un crollo della parete; accanto a questo ambiente, una cavità realizzata nella parete rocciosa, di forma stretta e allungata e dal profilo strombato, sul quale sono presenti due fori (uno circolare e l’altro rettangolare), è interpretata come impluvio funzionale alla raccolta delle acque ad uso liturgico. Lungo la parete di fondo, il passaggio tra la navata centrale e la navata settentrionale è marcato dalla presenza di un’imposta d’arco che reca ancora le tracce di una decorazione pittorica a motivi floreali in rosso brunito e ocra.
La navata laterale nord conserva la parete di fondo, sulla quale sono presenti una nicchia arcuata di dimensioni ridotte e un taglio a sezione rettangolare di profilo stretto e allungato che raggiunge il soffitto. A differenza della navata meridionale, questa sembra dovesse essere scandita in tre campate, definite dalla presenza di due archi dei quali si conservano le tracce delle imposte in aggetto ricavate tramite il taglio della parete settentrionale della navata. Su questa stessa parete sono scavate alcune nicchie; in corrispondenza della campata centrale una di queste conserva l’affresco di Santa Lucia – purtroppo oggetto di vandalizzazione –, mentre nelle nicchie di profilo arcuato ricavate nella campata in corrispondenza dell’abside conservano la traccia dell’intonaco e il profilo della ghiera che incorniciava il profilo delle stesse. Sulla base dello schizzo planimetrico realizzato da Franco Dell’Aquila, la navata settentrionale doveva terminare a Est con un’abside incorniciata da un arco trasversale.
Una particolarità che contraddistingue la chiesa della “Caravella” dagli altri ipogei presenti nel Municipio 4 è la presenza di tracce di affresco conservate. Oltre la citata icona di Santa Lucia, infatti, sull’abside ancora si legge la traccia labile di una scena di crocifissione che, pur rimandando ad un intervento tardo, testimonia la lunga frequentazione del sito. Inoltre, nella chiesa si conservano altri motivi decorativi, in corrispondenza della parete di fondo della navata centrale e in corrispondenza del passaggio tra la navata centrale e la navata meridionale.
Come accennato precedentemente, a Sud e a Nord della chiesa si conservano i resti di due distinte aree in stretta relazione con il luogo sacro. Gli ambienti a Sud sono caratterizzati da forme e articolazioni differenti; tuttavia, il pessimo stato di conservazione e il crollo dei soffitti ne limitano la corretta interpretazione. L’elemento distintivo è rappresentato da un grande ambiente rettangolare, interpretato come laboratorio, direttamente comunicante verso Est con l’esterno; lungo il lato interno, in direzione ovest, dal grande ambiente centrale si dipartono due corrido quasi a formare un criptoportico: il corridoio settentrionale conduce ad un vano di forma grossomodo circolare, mentre il braccio meridionale comunica con due vani di minori dimensioni, di forma pressoché rettangolare, e con un terzo ambiente a pianta rettangolare dotato di finestre strombate affacciate sul percorso del criptoportico.
Immagini © Davide Falco