La vocazione metropolitana
Prevista per la prima volta dalla Legge 142 del 1990, la Città metropolitana è sempre stata la naturale vocazione della Città di Bari, a prescindere dalle previsioni normative, per il suo ruolo e la sua posizione territoriale. Infatti è di tutta evidenza che le problematiche ambientali, di trasporti, di servizi, di politiche abitative, di sanità, di programmazione, ecc. non riescono più ad essere affrontate e risolte da Bari senza la collaborazione dei comuni contigui, con i quali vi è un continuo interscambio di persone, merci e attività.
Stanti le difficoltà attuative del percorso normativo (successivamente ripreso dal TUEL del 2000) la Programmazione POR 2000/2006 ha fornito una spinta all’integrazione territoriale dei Comuni, nella programmazione e nelle politiche di sviluppo urbano, attraverso la nuova esperienza della Progettazione Integrata Territoriale e Settoriale.
La Regione Puglia ha invitato quindi i Comuni a farsi portatori, “dal basso” di propri programmi di sviluppo, ovviamente all’interno della programmazione europea e regionale, lavorando in forme collaborazione tra di loro. In questo ambito, Bari si è fatta promotrice del PIT n. 3 “Area metropolitana di Bari”, Associazione che comprende 15 Comuni più la Provincia di Bari, oltre che del PIS 12 Normanno Svevo Angioino, Polo Territoriale di Bari-Taranto, altro organo Associativo a connotazione turistico-culturale, composta da 22 Comuni più la Provincia di Bari.
Il lavoro per raggiungere una coesione e concertazione, tra i vari Comuni ( ma anche nei confronti della Regione e del partenariato) sia nella prima fase, della progettazione, che poi in quelle della realizzazione, gestione e rendicontazione, è stato di una mole enorme. Si son realizzate parecchie opere pubbliche, infrastrutture, servizi innovativi ed ICT , attività per l’internazionalizzazione, ed anche qui, al di là della riuscita più o meno soddisfacente della singola iniziativa, il dato notevole è stato proprio la realizzazione di una prima embrionale governance metropolitana di processi e procedimenti.
E questo nuovo modello organizzativo si è dovuto realizzare, in economia, in un contesto, come noto, di ristrettezze a livello di risorse umane e finanziarie, non solo della città di Bari, ma, ancora più pesantemente, degli altri Enti Associativi.