Il risanamento urbano

Il risanamento urbano è a sua volta stato affrontato sia da un punto di vista materiale che immateriale, vale a dire urbanistico e sociale.

Infatti il degrado di alcune parti della città (periferie, zone a rischio etc.) comporta disagio economico e sociale ed offre una percezione negativa degli spazi urbani, non facilitando le azioni di risanamento.

La prima esperienza , legata alla programmazione 1994/1999, ha visto nel progetto Urban, pur con le sue luce ed ombre, una sicura inversione di tendenza e possibilità di rilancio del borgo antico .

Grazie al lavoro di un primo nucleo di elevate professionalità interne ed esterne (guidate dalla dirigente dott.sa Aurora Baldino) si è avviato un processo che ha cambiato il volto di “Bari vecchia”, e che, se anche ha dimostrato difetti, ha rappresentato un punto necessario di passaggio verso le più recenti e attuali iniziative di rilancio del borgo.

Inoltre, se un rilancio prettamente legato alle iniziative di ristorazione ha fatto sorgere nuove e diverse problematiche, va anche aggiunto che l’esperienza Urban è stato sicuro laboratorio di sperimentazione anche di nuove politiche di sicurezza urbane, di tipo non repressivo, legate alla riconquista, si può dire fisica, del territorio da parte dei cittadini comuni.

Passando alla programmazione 2000/2006 la volontà dello stesso Consiglio comunale è stata quella di proseguire l’intervento su specifiche aree della Città – le c.d. Aree Bersaglio, indirizzando risorse disponibili sull’Asse V (parliamo quindi , in particolare delle Misure 5.1 e 5.3 del POR Puglia 2000-2006) sulle circoscrizioni Carbonara-Ceglie-Loseto e San Paolo-Stanic.

Queste due zone, pur nella specificità delle rispettive problematiche, si caratterizzavano per una percezione di “distacco” e lontananza dal nucleo centrale della Città, da un lato verso identità del passato e dall’altro verso una mancanza di identità che porta all’aggravamento di una serie di fenomeni sociali negativi, dal disagio socio-economico-lavorativo, alle vere e proprie problematiche al livello di micro e macro criminalità.

Quindi, con la misura 5.1, sono stati programmati e realizzati grossi interventi infrastrutturali (strade, ponti, centri sociali, riqualificazione di centri storici, ecc. ) per un importo complessivo di oltre 100 Milioni di Euro, avvalendosi anche di strumenti innovativi per l’amministrazione (ad esempio l’appalto in concessione mediante utilizzo di risorse private, con la quale è stato realizzato lo straordinario complesso del Direzionale del San Paolo) che senza ombra di dubbio hanno cambiato il volto dei due quartieri.

Allo stesso tempo con la Misura 5.3, sempre nelle Aree Bersaglio, si è operato verso iniziative di sostegno a soggetti svantaggiati che volessero entrare nel modo del lavoro, o attraverso l’inserimento in realtà già esistenti, o attraverso l’avvio di proprie attività autonome.

Quindi il Comune, grazie ai fondi europei, ha realizzato sia iniziative di sostegno tecnico che economico a favore di iniziative per la nascita di nuove piccole e micro da una lato, e dall’altro ha finanziato tirocini formativi in realtà esistenti, il tutto sempre per soggetti svantaggiati residenti nel territorio e a favore di imprese esistenti o che dovessero sorgere nelle aree bersaglio.

L’esperienza della realizzazione degli interventi di cui all’Asse V del POR Puglia 2000-2006, gestiti dal Comune di Bari, come unico esempio tra le Regioni Meridionali (facenti parte dell’Obiettivo 1) attraverso lo strumento dell’“organismo intermedio”, ai sensi dell’art. 2 del Reg. 438/01, di complessità del tutto particolare rispetto all’esperienza Urban, in un contesto congiunturale, oltre che territoriale, di eccezionale difficoltà, ha costituito, anche nei punti di debolezza pur emersi, un patrimonio di esperienza per l’amministrazione per la gestione dei fondi europei per le politiche urbane.